Mercoledì 27 settembre alle ore 18 in Auditorium “Cesare De Michelis” si terrà la tavola rotonda Vajont 60 anni: terra e acqua tra natura e artificio con Mauro Varotto e Luca Molinari. Modera Elena Svalduz, introduce Giovanni Luigi Fontana.
La presentazione è parte del programma di eventi 2023-2026 dolomiti, metamorfosi di un paesaggio, realizzato da mu.ri. museo diffuso regionale dell’ingegneria, iniziativa di valorizzazione e tutela del patrimonio – supportato da un progetto interuniversitario di ricerca e divulgazione – in partnership con M9 – Museo del ’900.
mu.ri. museo diffuso regionale dell’ingegneria interessa l’ambito geografico che si estende lungo i bacini del Piave e del Cellina Livenza e che rappresenta un unico sistema definito da storiche relazioni economiche e sociali tra la Laguna di Venezia e le valli dolomitiche.
In questo ambito si trovano numerose opere di ingegneria che costituiscono un unico, grande museo a cielo aperto. Canali, laghi, fiumi, ponti, strade, ferrovie, impianti si possono considerare “macchine del tempo” che possono raccontare sia le loro storie che le vicende correlate alla loro realizzazione e ai conseguenti effetti che hanno inciso sulle comunità.
Sono opere che caratterizzano anche il territorio delle valli dolomitiche, un paesaggio più spesso idealizzato secondo gli stereotipi del turismo alpino, assunti come modello costante nel comunicare la montagna e che invece nel Novecento è stato lo scenario di un cambiamento epocale, le cui tracce rimangono come testimonianze di una metamorfosi.
L’obiettivo del programma di eventi è riflettere su queste trasformazioni, coglierne prerogative e significati: la comprensione del passato può aiutarci a fronteggiare le difficoltà del presente e affrontare le sfide del futuro, prima fra tutte quella del cambiamento climatico. L’ambizione è anche invitare a una riconciliazione con la tecnica, ingombrante personaggio della modernità che ha assicurato progresso e sviluppo, ma forzato la natura ridisegnando gli spazi.
mu.ri. museo diffuso regionale dell’ingegneria e M9 condividono con questo programma di quattro anni una medesima finalità: interagire con il territorio mediante una serie di eventi, con la finalità di tutelare e valorizzare un patrimonio di opere sul quale l’idea di museo diffuso si fonde con la necessità di comprendere il paesaggio attraverso le sue dinamiche di trasformazione, spesso determinate dall’instabilità dei fragili equilibri delle relazioni fra i diversi ambiti geografici ed economici.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.