Consumi, costumi e stili di vita
Un viaggio nel tempo alla scoperta di quanto sono cambiati nel Novecento i modelli di consumo, gli ambienti domestici, i riti sociali, gli elementi caratteristici della cultura materiale Italiana. La casa come metafora dell’evoluzione degli stili di vita ci guida in questa esplorazione.
Progettazione e realizzazione del percorso multimediale a cura di Nema FX
In Italia la cucina è da sempre il cuore pulsante della vita familiare, anche se nel tempo è molto cambiata, grazie all’evoluzione tecnologica e al progresso industriale.
Quest’area tematica racconta l’evoluzione di questo spazio domestico attraverso la ricostruzione di quattro cucine di epoche diverse e le testimonianze di chi le ha abitate, evidenziando il ruolo dell’alimentazione nella costruzione dell’identità italiana, dai prodotti che hanno riempito l’immaginario e le pance dei nostri nonni sino alle nuove abitudini indotte dallo sviluppo della moderna industria agroalimentare.
Le attuali nozioni di igiene e di salute sono piuttosto recenti: per gran parte del Novecento gli italiani sono vissuti in case prive persino del gabinetto. Quest’area mostra come è cambiato il modo di prenderci cura di noi stessi, come le scoperte scientifiche e le pratiche mediche ci consentono di sconfiggere malattie un tempo incurabili, come il miglioramento delle condizioni igieniche ha allungato – e di molto – la durata media della vita.
Fino agli anni ’50, moltissimi italiani non hanno di che vestirsi, si cuciono gli abiti in casa con stoffe di recupero e li rammendano periodicamente per farli durare più a lungo. Molti non hanno neanche una camera da letto o un armadio in cui riporre i propri quattro stracci.
Oggi siamo famosi nel mondo per la raffinatezza della nostra eleganza, la capacità di aziende e maestranze e la fama degli stilisti tricolori.
Quest’area racconta come siamo passati dall’avere a malapena un guardaroba a trasformare il Made in Italy in un sinonimo di stile universalmente conosciuto e apprezzato
Nel 1901, secondo le statistiche nazionali, in Italia vivevano più di 5,5 milioni di capi bovini e bufalini, 10 milioni di ovini e caprini, 2 milioni di suini e poco meno di 2 milioni di equini.
Cani e gatti non venivano menzionati, né venivano censiti uccellini, coniglietti o pesci da compagnia. Galline, asini e porcellini vivevano spesso in casa, ma come animali da lavoro o, semmai, come futuri alimenti.
Oggi, invece, gli animali di casa equivalgono gli esseri umani: oggi in Italia vivono 60,5 milioni di persone e 60,4 milioni di animali da compagnia: 7 milioni di cani, 7,4 milioni di gatti, 12,8 di uccelli, 29,9 di pesci, 1,8 milioni di sauri e rettili e 1,3 di piccoli mammiferi.
Il 90% degli italiani non si considera più il loro proprietario, ma li ritiene a tutti gli effetti famigliari amatissimi, provando per loro sentimenti genitoriali.
In passato non li facevano mai entrare in casa, oggi non li cacciamo neanche dai letti.
Il design italiano è conosciuto e apprezzato nel mondo: nel tempo è stato capace di creare veri e propri status symbol, come una puntuale e riconoscibile concezione degli spazi domestici. Questa installazione non racconta le case in cui hanno vissuto gli italiani, ma quelle che essi hanno sognato o immaginato: luoghi simbolici in cui sono raccolti alcuni degli esemplari di arredo più iconici del Made in Italy.