Educazione, formazione, informazione
Al momento dell’Unità, più che a un popolo, gli italiani assomigliavano alle tessere di un grande puzzle, diverse e difficili da comporre. L’apprendimento della lingua nazionale e il lento percorso della scolarizzazione di massa rappresentano il filo rosso del percorso di visita, mentre la disposizione labirintica della sezione induce il pubblico a riflettere sulle cause della perdurante vitalità dei tanti dialetti.
Progettazione e realizzazione del percorso multimediale a cura di Dotdotdot
Molti italiani sono stati e sono bilingui: parlano l’italiano e il dialetto. L’area illustra la ricchezza, la varietà e la frammentazione degli idiomi locali, che ancora oggi utilizziamo accanto all’italiano. La diffusione della lingua nazionale, promossa dallo Stato sin dalla sua nascita, non cancella infatti l’uso dei dialetti, ma permette agli italiani di capirsi reciprocamente: nel 1861solo 4 italiani su 100 parlano regolarmente l’italiano e nel 1951 ancora 6 su 10 si esprimono solo in dialetto.
Nel 1901 circa 6 italiani su 10 non sanno leggere o scrivere. Ci sono voluti più di cento anni e una tenace opera di scolarizzazione di massa per eliminare l’analfabetismo e migliorare il nostro livello culturale. Questa area mette in scena le aule in cui sono passati milioni di bambini italiani e racconta i grandi sforzi per aprire scuole e portare insegnanti nei luoghi più isolati e remoti della penisola. Un impegno necessario per emanciparci dall’ignoranza e dalla miseria.
Per gran parte del Novecento ottenere una laurea è un evento raro, riservato a pochi membri delle classi sociali più elevate, solitamente maschi.
Dagli anni ’60 in poi, la crescente pressione demografica e le grandi trasformazioni sociali ed economiche riempiono le sedi universitarie di studenti e finalmente anche di studentesse. Tuttavia, anche se oggi l’università è diventata più accessibile, la strada per raggiungere la percentuale di laureati sulla popolazione degli altri Paesi occidentali è ancora lunga: in Europa siamo tra gli ultimi.
Coinvolgere le masse nella vita dello Stato, educare ai doveri della cittadinanza e promuovere il senso d’appartenenza alla comunità sono i grandi obiettivi delle istituzioni che nel Novecento operano come agenti della nazionalizzazione: i partiti politici, le associazioni di categoria, i sindacati, le forze armate, la Chiesa, ma anche gli editori, i giornali, i canali radiofonici e televisivi. L’area tematica ricostruisce le tappe di questo percorso, lungo e non lineare, esaminando il ruolo che l’educazione, la formazione e l’informazione esercitano per farci diventare italiani.