8. Per farci riconoscere Secondo Piano

Cosa ci fa sentire italiani
Cosa ci induce a sentirci membri di una comunità nazionale, a vederci simili o diversi dai nostri vicini? Luoghi comuni, stereotipi, abitudini, vezzi, modi di dire e di fare. Ma anche una cultura, espressione del genio italiano, che ci distingue nel mondo.

 

Progettazione e realizzazione del percorso multimediale a cura di Dotdotdot

8. Per farci riconoscere 8.1 Alto e basso

La cultura italiana ci unisce e ci rappresenta nel mondo, raccontando la nostra identità. Non comprende solo le opere letterarie premiate con il Nobel, le arie eseguite nei grandi teatri esteri o le tele esposte nei più prestigiosi musei, ma anche i prodotti amati dal pubblico più vasto, realizzati dalle “industrie culturali” nate nel Novecento.
Questa area tematica copre uno spettro assai ampio, dando conto della formazione dei nostri gusti: accanto alle principali espressioni artistiche troviamo giornali e riviste, libri e canzoni, trasmissioni radiofoniche e televisive, film ed eventi teatrali e sportivi di massa.

8. Per farci riconoscere 8.2 A proposito di noi

Che immagine abbiamo di noi? Come ci siamo descritti e rappresentati nel Novecento? Esistono dei caratteri oggettivi e distintivi dell’italianità, al di là dei tanti stereotipi che ci vogliono fantasiosi, creativi, sentimentali, superstiziosi, individualisti, seduttori o gesticolanti? Come si sono formati i giudizi e i pregiudizi che a livello locale, regionale e internazionale ci contraddistinguono ancora, riempiendoci di orgoglio o di vergogna? Le rappresentazioni e gli stereotipi sono sempre soggettivi, ma colgono gli elementi in cui tutti ci riconosciamo, e che vengono esplorati in questa installazione.

8. Per farci riconoscere 8.3 Come lo chiamiamo?

Maria, Francesco, Giuseppe, Aldo… ma anche Agenore, Ricciotti, Jessica, Kevin, Mohamed. I nomi che scegliamo per i nostri figli raccontano molto della cultura e dell’epoca in cui viviamo, ma anche di un passato remoto tramandato dai legami familiari. Dalla metà del secolo scorso si rompe una tradizione secolare e i nipoti non vengono più chiamati come i nonni, così il ricco vocabolario dei nomi propri si assottiglia: quelli medievali e biblici, operistici e politici, arcaici e simbolici sono sostituiti sempre più da nuovi riferimenti, spesso televisivi o cinematografici.

8. Per farci riconoscere 8.4 Credere o non credere

Culti, riti e liturgie da due millenni informano le abitudini quotidiane, le istituzioni e le strutture sociali, plasmando in profondità l’identità degli italiani. Nel nostro Paese la religione cattolica esercita un’influenza decisiva sin dalla nascita del cristianesimo e una parte fondamentale della nostra cultura affonda le proprie radici in questa tradizione– anche se in Italia sono presenti, da molto tempo, altre fedi, la cui libertà è tutelata dalla Costituzione. Un numero crescente di individui si professa ateo o agnostico o segue nuove correnti spirituali, contribuendo alla progressiva secolarizzazione della società italiana.

8. Per farci riconoscere 8.5 Luoghi comuni

L’ipotesi dell’esistenza di “razze” umane si diffonde nell’Ottocento, in concomitanza con le esplorazioni geografiche e le conquiste coloniali. L’incontro con altre popolazioni ha diffuso l’idea che alcune “razze” fossero superiori ad altre per ragioni biologiche, storiche e spirituali. In vari momenti della storia e in Paesi diversi, queste teorie sono state alla base di pratiche politiche che hanno legalizzato discriminazioni e persecuzioni. La scienza ha ormai dimostrato che le “razze” umane non esistono e che la classificazione razziale ha un effetto distruttivo sulle relazioni sociali e umane.

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